domenica 13 aprile 2008
sabato 12 aprile 2008
L' Inter nel cuore
Un anno complicato.Noi Interdipendenti,professionisti dell'ansia.Gufi, veleni, ricordi pericolosi e poi l'urlo di gioia.
E adesso, cosa dite? Lo scudetto 2007 era troppo facile, quello del 2006 troppo formale, quello dell'89 troppo lontano. Questo, vi piace? A noi, molto. Numero sedici, alla faccia dei sadici. L'immagine che resta negli occhi è quella di Ibra che dribbla le pozzanghere, felice come un bambino in un parco
«Lo zingaro» — come lo chiamano i compagni di squadra, in barba alle notizie di cronaca — è rientrato e ci ha fatto questo regalo. «Pazza Inter» è un eufemismo. Siamo, ormai, psicolabili di successo. A questo punto, perché cambiare? Avanti così. Se l'interismo è una forma di allenamento alla vita, nell'ultimo mese — un derby da dimenticare, punti buttati, rigori sbagliati — ci siamo allenati benissimo. Se il tifo calcistico è un esercizio di gestione dell'ansia, siamo gestori professionali. Se il calcio è un romanzo popolare, questo finale è stato scritto da qualcuno che se ne intende.
DI BEPPE SEVERGNINI
E adesso, cosa dite? Lo scudetto 2007 era troppo facile, quello del 2006 troppo formale, quello dell'89 troppo lontano. Questo, vi piace? A noi, molto. Numero sedici, alla faccia dei sadici. L'immagine che resta negli occhi è quella di Ibra che dribbla le pozzanghere, felice come un bambino in un parco
«Lo zingaro» — come lo chiamano i compagni di squadra, in barba alle notizie di cronaca — è rientrato e ci ha fatto questo regalo. «Pazza Inter» è un eufemismo. Siamo, ormai, psicolabili di successo. A questo punto, perché cambiare? Avanti così. Se l'interismo è una forma di allenamento alla vita, nell'ultimo mese — un derby da dimenticare, punti buttati, rigori sbagliati — ci siamo allenati benissimo. Se il tifo calcistico è un esercizio di gestione dell'ansia, siamo gestori professionali. Se il calcio è un romanzo popolare, questo finale è stato scritto da qualcuno che se ne intende.
DI BEPPE SEVERGNINI
.....e ora "la coppa Italia" ma senza ingaggiare grangasse, pifferi, gufi e animali vari ed eventuali. Ma con intelligenza , stile e signorilità. Qualità che desidererei si radicassere sempre più in tutti gli interisti, tifosi , dirigenti ma sopratutto calciatori.
GAUDEAMUS ........OPTIME !!!!
"Il destino dell'architetto è il più strano di tutti.
Molto spesso mette tutta la sua anima, tutto il suo cuore e passione
nel creare edifici nei quali non entra mai di persona".
Johann Wolfgang Goethe
venerdì 11 aprile 2008
... ma liberaci dal male
Il problema della teologia occidentale, la domanda "pro" o "contro" Dio, emerge in tutta chiarezza attorno alla questione del male, problema che, per Sequeri, non si definisce solamente nei termini di un principio critico nei confronti dell'esperienza religiosa - e dunque con l'effetto distanziante dell'ateismo di protesta. E' "critico" in quanto "fondante", "in quando istituisce - scrive il teologo - concretamente il rapporto religioso come esperienza sofferta della trascendenza di senso".Esperienza che è apertura a Dio nelle figure del bisogno e della invocazione: "liberaci dal male". L'esperienza religiosa vive di questa polarizzazione, perché è proprio la scandalosa eccedenza del male che solleva il tema della trascendenza del senso. L'ateismo che nasce per protesta nei confronti dell'esistenza del male ha bisogno del suo oggetto polemico, dell'affermazione di un Dio che rende scandaloso il male.
Il problema della teologia occidentale, la domanda "pro" o "contro" Dio, emerge in tutta chiarezza attorno alla questione del male, problema che, per Sequeri, non si definisce solamente nei termini di un principio critico nei confronti dell'esperienza religiosa - e dunque con l'effetto distanziante dell'ateismo di protesta. E' "critico" in quanto "fondante", "in quando istituisce - scrive il teologo - concretamente il rapporto religioso come esperienza sofferta della trascendenza di senso".Esperienza che è apertura a Dio nelle figure del bisogno e della invocazione: "liberaci dal male". L'esperienza religiosa vive di questa polarizzazione, perché è proprio la scandalosa eccedenza del male che solleva il tema della trascendenza del senso. L'ateismo che nasce per protesta nei confronti dell'esistenza del male ha bisogno del suo oggetto polemico, dell'affermazione di un Dio che rende scandaloso il male.
Nanni Moretti : ........ancora un ricordo
Caro nanni,
prima di tutto voglio esternarti il nostro naturale “affetto” maturato nei tanti incontri che abbiamo avuto e insieme il “rispetto” per il ruolo politico da te svolto nelle iniziative ristrette ,allargate e pubbliche dei “centomovimenti”.
Sono non a caso due sentimenti distinti ma essenziali nella originale esperienza politica che stiamo facendo nella nostra ,ainoi , non più giovane vita sentimentale,mentale e politica.
E’ il “sentimento” ,non necessariamente contrapposto alla “ragione”, la peculiarità e l’anima di questa nuova esigenza di politica che ci ha piacevolmente trascinato in questa straordinaria esperienza sociale .
Ognuno di noi ha dovuto fare delle scelte esigenti rispetto alla propria vita privata, intellettuale e professionale .Abbiamo dovuto correggere convinzioni inossidabili ,sintassi sgangherate e vocabolari inadeguati. Abbiamo dovuto fare “tabula rasa ” delle nostre sintassi e grammatiche, perché sentivamo che questa esperienza aveva una necessità ,novità e originalità che obbligava a mettere in discussione prima di tutto noi stessi, le nostre accomodanti e pacificate pigrizie conoscitive , psicologiche e ontologiche.
Le nostre care e vecchie categorie filosofiche e politiche si sono manifestate nella loro insufficienza sia per la comprensione del fenomeno culturale,sociale e politico che ci investiva ma soprattutto per interpretarne il senso e definirne la sua rappresentazione.
Educati ad una salutare diffidenza ( o sospetto) culturale e politica dell’individualismo moderno se pur filosoficamente profondo (Locke,Kant, Stuart Mill) ,questa nuova esperienza sociale ci ha riaperto un quadro analitico meno assoluto,dottrinario e ideologico e più aperto e critico. Abbiamo scoperto la ricchezza di un individualismo “riflessivo” ,progressivo e attivo finalizzato a stimolare e consentire agli individui prima di tutto, di fare libere scelte per quanto riguarda la loro vita privata e pubblica per una cittadinanza attiva ,riflessiva e responsabile e la povertà pericolosa e reazionaria di un individualismo pigro ,regressivo e gregario.
Si è detto che le emozioni non possono costruire nuove identità collettive. L’esperienza di Piazza S. Giovanni può essere la risposta concreta a una sociologia o politologia viziata da un errato privilegio esclusivo della razionalità. Una sorta di astratta razionalità politica mista a un realismo opprimente rischia di fare dei brutti scherzi non solo ai nostri detrattori ma anche ad intelligenti analisti e praticanti presenti nei nostri movimenti.
Abbiamo bisogno di una modestia intellettuale e un orgoglio politico che parte da un risultato al di là e al di sopra delle nostre personali capacità e previsioni.
Insieme ad amici di Milano abbiamo scelto di applicare una sorta di “esercizio del silenzio” o una sorta di salutare e attivo allontanamento dalla mischia, non per mancanza di argomentazioni o convinzioni , in rapporto allo sviluppo delle esigenze, non sempre legittime e rispettose, manifestatosi nell’arcipelago ,geograficamente e psicologicamente distinto, dei “centomovimenti”. Comunque non abbiamo fatto mancare la nostra presenza attiva a tutti gli incontri con i cittadini comuni nelle tante piazze locali e nazionali.
Allo stesso modo con grande senso di unità concreta e responsabilità non abbiamo mai fatto mancare l’espressione chiara e concreta delle nostre convinzioni nelle sedi deputate dei nostri incontri ,anche a rischio di qualche malevole incomprensione.( Incontro a Bologna , a Roma con Cofferati , a Roma in preparazione di Piazza S. Giovanni a Castel s. Pietro e agli ultimi incontri a Roma )
E’ in questo spirito costruttivo ,al di là e al di sopra delle proprie convinzioni e interessi di gruppo, che abbiamo condiviso ed apprezzato la tua lettera a Prodi su Repubblica.
E riteniamo importante ,utile e positiva la tua autorevole presenza alla riunione dell’11-12 a Roma con l’esigenze e lo spirito che tu hai espresso nella ultima intervista sul Corriere della sera che in certo qual modo allontana equivoci e letture parziali e partigiane ( impolitiche) dello stesso incontro anche a garanzia del pluralismo culturale e politico delle varie espressioni dei movimenti territoriali.
Chiediamo a te di interpretare il senso della continuità delle nostre passate e future esperienze di cittadinanza attiva e di radicamento nel territorio al di là delle espressioni e letture più immediate e politicista delle azioni ed esperienze miopi dell’attuale gruppo dirigente del centro-sinistra in termini programmatici, organizzativi o elettorali.
Ben ha scritto a tale proposito Barbara Spinelli: “Abituata a guidare il popolo, la sinistra sembra essere incapace di mettersi in suo ascolto, ed è il motivo per cui ne è regolarmente sconcertata"
Io sono convinto che “ i girotondi” non sono nati per essere compresi razionalmente o per essere diretti se pur con competenza e intelligenza ma soprattutto per essere vissuti e praticati democraticamente in prima persona in modo critico, riflessivo, attivo e responsabile.
Non stanchiamoci di ricordare agli altri , ma anche a noi stessi, che non nasciamo o vogliamo essere, come tu dici “estremisti”, ma neanche impolitici, apolitici o antipartitici ma carichi di originali stimoli e sane provocazioni intellettuali e istintive alla “politica”sia quando, ingessata e autoreferenziale , smarrisce il senso dei suoi fondamenti e finalità alte e valoriali ,sia quando si fa pratica praticata e politicante , sia quando si fa ideologia, mito, metafisica o dottrina, dimenticando di essere soprattutto ricerca critica, scienza o attività dell’uomo e per l’uomo.
E’ per questo che ho scelto di rendere soprattutto te, partecipe di questi nostri sentimenti e convinzioni, con la certezza e la speranza di un tuo ruolo di interprete , testimone ed espressione pubblica di tutte le esigenze carsiche ed espresse nei tanti individui dei “centomovimenti”
Voglio concludere , a passata e futura memoria, con un contributo importante “Il girotondo del noi ci siamo” che E. Scalfari sull’Espresso del 28 febbraio 2002, lusinghiero sul tuo ruolo di leader dei girotondi:
“..La parola “cittadini” sta recuperando da qualche tempo una valenza che era andata smarrita. Camerati, compagni, amici, signore e signori, avevano sostituito un appellativo che si richiamava direttamente e semplicemente alla sovranità popolare senza distinzioni e appartenenze di classe, di censo di ideologie. Cittadini vuol dire abitanti della stessa città, ed estensivamente dello stesso paese, della stessa comunità; diritti e doveri di cittadinanza sono le leggi che tutti siamo tenuti a rispettare e tutti abbiamo titolo di formulare. Infine cittadino è colui che fa parte e si dà carico della ‘res publica’, delle sue costumanze, delle sue magistrature.
Per questo riguarda tutti, per questo è trasversale agli schieramenti ed è stato sintomatico che proprio il Moretti che inventò la battuta “dì qualcosa di sinistra” sia la stessa persona che ha chiesto in quella piazza gremita di gente (“Palazzaccio di giustizia di Roma ) se ci fosse “qualcuno di destra”. Faceva appello ai cittadini perché tutti insieme partecipassero a quel festoso e salvifico girotondo in difesa delle istituzioni avvilite e vilipese”
Non viviamo di nostalgie regressive e consolatorie ma confidiamo nella tua capacità e intelligenza di ricordare a noi e agli altri “ciò che non siamo e ciò che non vogliamo”
Con affetto e stima
Mauro orlando dei girotondi di Milano
mercoledì 9 aprile 2008
PERCHE' HO VOTATO PARTITO DEMOCRATICO
Voto con grande convinzione il Partito Democratico seguendo comunque e sempre il consiglio del grande maestro di etica laica e cultura civile Norberto Bobbio che mi ha insegnato che vale sempre la pena spendere la vita e un voto per un impegno in una azione per la difesa delle condizioni dei presupposti dei diritti della cultura, per i diritti del dubbio contro le pretese di tutti i dogmatismi imposti per consuetudine e per legge, per i doveri della critica contro le seduzioni delle infatuazioni e delle appartenenze ideologiche, per lo sviluppo della ragione anche come “sfida cognitiva ed etica” ad una fede lieve e coerente e contro le pretese di quella cieca e integralistica, per la veridicità e confutabilità della scienza, ma soprattutto contro gli inganni della propaganda e della superficialità.
Mauro Orlando
Mauro Orlando
I TEMPI STANNO CAMBIANDO
parole e musica Bob Dylan
Venite intorno gente
dovunque voi vagate
ed ammettete che le acque
attorno a voi stanno crescendo
ed accettate che presto
sarete inzuppati fino all'osso.
E se il tempo per voi
rappresenta qualcosa
fareste meglio ad incominciare a nuotare
o affonderete come pietre
perché i tempi stanno cambiando.
Venite scrittori e critici
che profetizzate con le vostre penne
e tenete gli occhi ben aperti
l'occasione non tornerà
e non parlate troppo presto
perché la ruota sta ancora girando
e non c'è nessuno che può dire
chi sarà scelto.
Perché il perdente adesso
sarà il vincente di domani
perché i tempi stanno cambiando.
Venite senatori, membri del congresso
per favore date importanza alla chiamata
e non rimanete sulla porta
non bloccate l'atrio
perché quello che si ferirà
sarà colui che ha cercato di impedire l'entrata
c'è una battaglia fuori
e sta infuriando.
Presto scuoterà le vostre finestre
e farà tremare i vostri muri
perché i tempi stanno cambiando.
Venite madri e padri
da ogni parte del Paese
e non criticate
quello che non potete capire
i vostri figli e le vostre figlie
sono al dì la dei vostri comandi
la vostra vecchia strada
sta rapidamente invecchiando.
Per favore andate via dalla nuova
se non potete dare una mano
perché i tempi stanno cambiando.
La linea è tracciata
La maledizione è lanciata
Il più lento adesso
Sarà il più veloce poi
Ed il presente adesso
Sarà il passato poi
L'ordine sta rapidamente
scomparendo.
Ed il primo ora
Sarà l'ultimo poi
Perché i tempi stanno cambiando.
parole e musica Bob Dylan
Venite intorno gente
dovunque voi vagate
ed ammettete che le acque
attorno a voi stanno crescendo
ed accettate che presto
sarete inzuppati fino all'osso.
E se il tempo per voi
rappresenta qualcosa
fareste meglio ad incominciare a nuotare
o affonderete come pietre
perché i tempi stanno cambiando.
Venite scrittori e critici
che profetizzate con le vostre penne
e tenete gli occhi ben aperti
l'occasione non tornerà
e non parlate troppo presto
perché la ruota sta ancora girando
e non c'è nessuno che può dire
chi sarà scelto.
Perché il perdente adesso
sarà il vincente di domani
perché i tempi stanno cambiando.
Venite senatori, membri del congresso
per favore date importanza alla chiamata
e non rimanete sulla porta
non bloccate l'atrio
perché quello che si ferirà
sarà colui che ha cercato di impedire l'entrata
c'è una battaglia fuori
e sta infuriando.
Presto scuoterà le vostre finestre
e farà tremare i vostri muri
perché i tempi stanno cambiando.
Venite madri e padri
da ogni parte del Paese
e non criticate
quello che non potete capire
i vostri figli e le vostre figlie
sono al dì la dei vostri comandi
la vostra vecchia strada
sta rapidamente invecchiando.
Per favore andate via dalla nuova
se non potete dare una mano
perché i tempi stanno cambiando.
La linea è tracciata
La maledizione è lanciata
Il più lento adesso
Sarà il più veloce poi
Ed il presente adesso
Sarà il passato poi
L'ordine sta rapidamente
scomparendo.
Ed il primo ora
Sarà l'ultimo poi
Perché i tempi stanno cambiando.
martedì 8 aprile 2008
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