"……E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare"
…una sorta di racconto “sulle orme di
Ulisse” dopo il suo ritorno ad Itaca.Non c’ è una guerra di Troia da esibire e
neanche una lunga e imprevista odissea da raccontare .Solo la vita di un
“capitano” in disarmo che vive con ironia e distacco il suo ruolo in commedia
non alla ricerca di una nicchia nella Storia
ma un protagonismo delle piccole storie
che gli fanno compagnia nella solitudine,la nostalgia e il ricordo.
Personaggi non solo di contorno ma essenziali ad un racconto polifonico con il gallerista ipergrescaino e
il portiere inconsapevole di un proprio destino con la morte in modo lieve e
non tragico e il nodo di tutta la vicenda raccontata nella epifania di un ricordo non consumato di
una amore adolescenziale per dare vita e
senso alla sua contemporaneità a rischio
di sciatteria,cinismo e banalità. cercare il mare aperto senza cercare ansioso o timoroso il porto e
senza immiserire la vita nel timore di perderla o riacchiapparla dalle sue
radici…
la lingua non solo per dire le cose ma
la lingua della vita conciliante ed insolvente,provvisoria e infinita …profonda
e superficiale
un viaggiare come
occasione di partire sapendo che poi la nostalgia dei luoghi
dell’infanzia e i ritorni mai definitivi per non farsi schiavi di se stessi per
proprio amore…. Nella fuga per non
morire o vivere,essere e stare fermi..
Ulisse e Giasone odissea e argonautica
viaggio in circolo per un nostos verso una donna….viaggi non dell’oblio ma del
ricordo della nostalgia …di un ‘nostos’ incancellabile e profondo….
Una lingua senza spigoli ..linguaggio,forme espressive,scelte
tematiche occasioni poetiche
particolari… mai una maniera che si gioca tra la sociologia e lo stile …sempre
letteratura come vita vissuta o pensata…una personale esposizione creativa…le
parole non hanno mai un suono equivoco o accattivante esilio nomadismo,viaggio
mai con suoni eqivoci ammaiccanti ma insieme facile e ambizioso,intelliegente e
ingenuo,soffrente e baldanzoso….un esilo con il vento in poppa ma sempre conservando un sguardo dalla terra
ferma…una frequenza mai insistente e ricercata ai richiami culturali ,come se
tutto nascesse da spunti e occasioni letterarie,figurative o musicali o a queste
fanno da pretesto i suoi autori preferiti o amati….Rilke…….
Non corre però mai il rischio di
intellettualizzare il tutto nei suoi racconti più evocativi che espressivi ma
che nascono da una ,pensata ecostruita nel tempo, educazione del proprio
sguardo, sempre come puri eespresioni dell’intelligenza particolare e profonda,
ogni piccola inchieta è esempre sul
senso dell’accadimento,del paesaggio, di persone e oggetti, di un ricordo o di
una passione conservata nella integrità e nei risvolti della propria anima
inquieta nella curiosità.
La realtà, le persone ,le cose ,i
fatti sono sempre posti se non come questione prima ed ultima dei loro
significanti…come una sorta di punto di incontro o appuntamento del destino tra
una situazione esistenziale determinata e un desiderio di conoscenza unificante
mai assoluta ,metafisica…teologica.
Il rapporto tra l’unoe il
molteplice,tra fissità e divenire,tra estraneità e partecipazione,tra lo
sgaurado,le cose e gli uomini
Non c’è mai irenismo,voltarimo o
enfasi nel suo raccontare più le anime
che le persone o le cose per un ricerca astratta di comunione con il mondo
intero ma con le singole persone eo cose o luoghi dell’anaima
Parlerei per i suo lingaiaggio più del
monta liana “occasione spienta” piuttosto che nell’epifania del loro
significato e le sue parole mai solo descrittive si riempoino di senso e musicalità
quanto più si diciarono le loro inadeguatezze,inadempienze,insufficienze
in una sorta di ironia e ditacco metafisico ,religioso mai teologico…
Ci sono parole che riflettono pensieri
speculazioni religiose, altre che evocano suono e sensazioni ritmiche e
melodiche altre che ingrado di unire una sorta di misticismo terreno,dimensioni
e vocazioni teatrali,ricordi evocati evissuti, affetti familiari e
territoriali…in una presenza nel
quotidiano di persone vissute,paesaggi probabili percepiti come desiderio o
anelito coltivato nella memoria con personale selezione.