lunedì 22 dicembre 2014


..noi uomini della "vigilia"
sentinelle e custodi dell'attesa
..... del giorno prima
del mistero della preghiera pagana
che "esca 'o sole" del "natale"
che non cade dal cielo stellato sopra di noi
ma dalla legge comune dentro di noi 
.....noi uomini dei "desideribus" 
che cadono liberi dalle stelle
che si nascondono nelle crepe dei terremoti
agli angoli degli abbandoni gravidi di vita
nella notte solitaria in attesa del "mistero"
sulle panchine della solitudine attiva
respirando la incorrotta dolcezza del silenzio
nei giorni in fiamme di slanci comuni
lontano dai mari che ingoiano gli orizzonti
per i "rari nantes in gurgite vasto"
o nei ciarlieri e incivili non-luoghi
del mercato delle anime morte della modernità
foreste dei sentieri interrotti del 'logos'
dove l'anima è schiacciata nei suoi tedi infiniti
tra reti disposte a dimora dai i ragni della tecnica
stringendo l'orizzonte in un livido cerchio
dei buchi neri del nulla esistenziale
....noi infreddoliti dal calore dell'inquietudine
dentro la silenziosa altura di Trevico
dove i venti giocano con gli alberi....
e inventano ombre di paure per bambini
passeggiando tra querce e castagni innevati
nei sentieri non interrotti del bosco o radure viandanti
passeggiando con le parole riscaldate dal fiato
a cogliere i raggi verdi del tramonto
che vigila e accoglie la luce dell'alba
...dove Eros liberato
agita scuote e scioglie le membra
e come il vento dai rami fa cadere
dolcemente le foglie d'autunno sul prato....
.....noi siamo quelli dell'attesa e del tramonto
del continuo ritorno tra i vivi con l'eudaimonia del deserto
dei margini, dell'abbandono della pienezza della gioia
mendicanti provvisori della pienezza incontenibile
di una sovrabbondanza di benessere e benvolere
che si dona a chi sa ascoltare in perfetta letizia....
il suono, la forza, il tempo ," la musica dietro le parole
la passione dietro questa musica...
la persona dietro questa passione....
tutto quanto non può essere scritto"
se non dall'"amico"..."ospite degli ospiti"
che ci racconta l'ultimo suo confine
in un "tempo senza mèta" 
dei luoghi dell'incerto,del mutevole ...del provvisorio
alunno di Dioniso "genio del cuore"...
sovrano della danza leggera e piana
dello sguardo che crea e distrugge
patrocinatore e archeologo della vita nascosta
nella sua esondante solitudine delle panchine
dei piccoli paesi delle quiete colline irpine
dove il sapere s'incarna nelle piccole cose
dove la vita si nasconde come brace che urge
facendosi seduzione di attesa e di scoperta
di un nuovo infinito di esistenze comunitarie
di un pensiero vivente nel corpo
alla ricerca di brividi e vertigini veri,reali e viventi
nel caos ....insoggiocabile ricchezza del divenire
e dello scorrere del mondo
nell'eterno ritorno del diseguale...del provvisorio
del silenzio...della solitudine....del margine...dell'abbandono
e allora...
jesce sole....
jesce sole....
jesce sole.....
nun te fà cchiù suspirà....
mercuzio
Pubblico questo clip per colmare una lacuna in rete. Buon ascolto!

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