mercoledì 2 gennaio 2013

Elisir d'amore per .......un amico paesologo

Caro Franco,

ti avevo preso in parola quando scrivevi….“La paesologia è l’illusione di trovare anime mute, anime sconvolte dal clamore di un attimo qualsiasi e non dagli spettacolini del tubo catodico o del pianeta google.”Quanto lavoro ancora bisogna fare soprattutto sulle nostre coscienze vittime e carnefici di una libertà in “una società di oppressi.La libertà positiva positiva per me è la libertà come autonomia e accettazione disinteressata dell’ Altro …..pimaditutto libertà “di”e “per”più difficile della praticata o reclamata libertà “da” .Anche da tutte le nuove e vecchie situazioni di sudditanza che tu così efficacemente descrivi nei tuoi libri .Io avvertivo da tempo le tue stesse preoccupate sensazioni riguardo il degrado o l’uso degradato che si fa delle parole. Anch’io ho dichiarato guerra all’ipocrisia del non detto anche a rischio di scegliere per me il classico campo di battaglia che meglio conosco:la mia esposta ,debole , turbata e esacerbata anima. Tu hai scelto un campo più vasto,ricco ma anche più insidioso.Ed io sempre invidiato la tua forza,tenacia e coerente determinazione. Io mentalmente avevo limitato il senso ermeneuitico della tua analisi a ciò che dinamicamente si sviluppava nel nostro Blog e nella intera esperienza della Comunità provvisoria ( o almeno in quello che ognuno di noi pensava di essa) .Nella precedente esperienza avevo notato spesso individualismi ostentati o reperssi….”guerre di parole”, la “pratica della maldicenza” ad uso interno ed autoreferenziale e del “vittimismo e lamenti “su bersagli prossimi senza fini degni di essere comunque vissuti . Ecco allora …. Che mi sono sono convinto o fatto convincere dalle tue indicazioni o percezioni intuitive che bisognava darsi obiettivi limitati ma definiti … per creare comunità stabili,formalizzate e definite ….Mi piaceva pensare con te che “La paesologia è in guerra con le parole, è in guerra con le astrazioni.” Concentriamoci sulla tua diagnosi…”Io so che la parola ormai è come infiammata, non è più il distillato verbale della carne, non è la meraviglia con cui possiamo dire il mondo, ma un’affezione, una sorta di tubercolosi elettronica che ci fa tossire nell’aria verbi inutili e aggettivi che non spiegano niente. È una malattia che cresce consumandosi, più parliamo e più la nostra mente diventa un luogo intossicato”. Ma noi che sentiamo o percepiamo – come tu senbri ultimamente preferire- l’urgenza liquida del pensiero ad un richiamo solido di una realtà ‘effettuale’ abbiamo sempre il dovere di soppesare e chiarire bene prima di tutto a noi stesso la necessità di una ‘terapia’ e il suo senso non solo nel nostro cuore ma anche nel nostro territorio o terra e con i nostri uomini con le loro storie non sempre libere ed encomiabili. Perchè a noi sembrava non bastasse “il mondo universale ”(“astrazione”) perché sentivamo l’urgenza e la presenza materica e amorevole “una terra” non solo come esercizio di pensiero, di astrazione ,di utopia ma come sfondo di azione e di vita che chiamavamo “Comunità provvisoria” con diritto di interpretazione,sogno e di definizione. Partendo ognuno dal “piccolo paese “ che si cresceva dentro o intorno…..Paesi insomma “che sono rattrappiti o quelli che crescendosi si sono perduti” e “ forme di esistenza in cui qualcuno sappia dare un filo di beatitudine al proprio fallimento”.Nel mio caso con il dubbio,il sopetto e un avvertimento che ci viene dalla favola filosofica della Volpe e del Riccio….La volpe rappresenta quelli che perseguono molti fini spesso disgiunti e contraddittori…è comunque pluralista e libera.Il Riccio riferisce tutto ad una visione unica e centrale ,onnicomprensiva col rischio del narcisismo,egotismo, fondamentalismo,del fanatismo ( temo ed evito sempre gli “ismi”)e della chiusura. La volpe sa molte cose ma il Riccio ne sa una grande! Monismo o pluralismo …..questo è il problema. Il monismo crea problemi che il pluralismo comunque cerca di evitare……E’ meglio seguire le volpi …sapendo che mentono bene e diffidare e sospettare del Riccio anche quando si veste di democrazia e di tolleranza.Ma in fin dei conti mi sono sempre salvato con il pensiero che il problema non ci riguardava ……..noi siamo “Lupi” e abbiamo ben altre e profonde qualità consapevoli di tutti i difetti che tu ben descrivi ed affronti nei tuoi scritti anche come avvertimento per la nostra vita personale e pubblica.I tuoi scritti non sono solo un dovere verso te stesso e “puro distillato di carne” ma un obbligo affettuoso , amichevole e politico verso di noi.. Tutto questo preambolo per dire che ultimamente mi sento perso e smarrito più del solito…ed ho cominciato a sentire sottili e impercettibili “segni” di disamore e diffidenza verso le mie proiezioni costruttivisti che mi imponevo come metodo per le mie esperienze paesologiche in Irpinia.Ho cominciato a percepire distanza, dissapori e ostilità ( meglio percezione di essere di fastidio ed inciampo) nei nostri incontri Comunitari provvisori. Anche le mie complesse ,articolate, considerazioni le sentivo estranee o devianti rispetto alle nuove sensibilità che circolavano nel nostro blog….i commenti si diradavano non solo per la complessa sintassi dei miei scritti…percepivo che c’era altro e non mi sentivo a mio agio.Alcuni riscontri tecnici di cancellazione o cestinazione sicuramente involontari toccavano e alimentavano sempre più gli aspetti monomaniaci del mio spirito irpino….e alla fine …il silenzio e la mortificazione delle parole scritte mi sono sembrate la scelta più appropriata e conseguente per me.Niente di tragico …in fin dei conti siamo italiani e da noi “ il tragico” è sempre stato soppiantato dal “farsesco” che è preferibile al “ridicolo”.Leggo sempre volentieri quello scrivi e sempre più mi convingo della genialità delle tue percezioni cognitive e che comunque che la difficoltà di una loro pratica operativa e concrete dipende solo dalle limitate o deviate capacità ermeneutiche di noi tutti che avevamo aspettative libere, gregarie o cortigiane. Sappi comunque che quando sono in Irpinia farò l’impossibile per seguire i tuoi incontri e soprattutto leggerò meglio e in modo più approfondito i tuoi scritti….

Con immutata amicizia…….

mauro orlando

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