mercoledì 22 febbraio 2012

Elisir d'amore per ........l'amore!

la parola poetica
di mauro orlando

La sua lingua , impaziente, poetica per urgenza, rapida a stringere in poche parole il giro largo degli avvenimenti ,dei racconti, del pensiero analitico e logico. Animata."...ma ai poeti, anoi poeti,/noi paria e pari a Dio/ è dato,straripando dalle rive,/rotti gli argini, rubare/ anche le vergini agli dei" .(M. Cvetaeva). Una frequentazione con il Vecchio testamento con le religioni ( o meglio “religio” lucreziana ) o con la poesia tout court ( e in particolare per corrispondenza sentimentale con la lirica greca o classica latina (Saffo,Archiloco,Orazio, Catullo) ) gli ha insegnato che ogni sillaba o fonema pesa, ogni pausa è importante e musicale , la lingua deve essere breve ed intensa,profonda,ansiosa di non perdere il punto cruciale ,interno e profondo. Incomprensibile nella sua superfice e difficile da cogliere da un orecchio poco attento all'ascolto o da un occhio distratto nella lettura.
La lingua della poesia non può essere morta e convenzionale, ma viva densa e sempre sorprendente anche quando evoca e ricorda.







di roberto vecchioni





“L’amore è una condanna,- scrive Marguerite Yourcenar- siamo puniti per non essere riusciti a rimanere soli”, al che ribatte Eluard :” Noi non arriveremo alla meta a uno a "Uno, ma a due a due” .Ed hanno ragione entrambi. C’è nell’amore ,in questo intruso alieno che viene a sconvolgere la nostra passeggiata sul filo,una forza dirompente che non ammette difese,perché ci sfida e ci batte sul terreno dell’incertezza e della mancanza, insinuandoci il dubbio di non bastarci da soli e lasciandoci il fiato corto di quando qualcosa disperatamente non c’è e tutto il resto non è.Improvvisamente si sovverte ogni logica.ogni principio di causa-effetto : anni per costruirci a nostra immagine ,stabilendo priorità di piaceri e vantaggi a nostro comodo spazzati via da una bufera che sfugge ai nostri strumenti scientifici e che quando s’acqueta in vento prima,brezza poi siamo già degli altri. O forse altri eravamo prima .
I poeti della “Palatina”(Callimaco, Meleagro,Silenziario) conoscevano bene la potenza dell’Eros,Catullo ci lasciò corpo ,anima e testicoli fino all’inganno di sé;si persero Raimbaut d’Aurenga,De Ventadorn,Bertrand De Born,tutti i più grandi trovatori in questa magia bianca; la canzone napoletana è un’antologia della dipendenza servile e sublime alla donna,alla fanciulla ,stringente accurata dolcezza in “i’ te vurria vasà”, strazio dell’età avanzata davanti a una giovane (“Era de maggio”,”reginella”),senza che mai,nemmeno per un attimo il poeta sia attraversato dalla tentazione di tornare indietro,di fare come non fosse,perché no,perché non si può.
L’amore è il compimento di un viaggio cui siamo destinati ab origine : pùò sfavillare.accendersi.illuderci ,perire,perché non era lui,non era quello . ma anche così ce ne mette per andarsene via,per liberarci :le tenta tutte finchè non è convinto, testardo e squassante quando arriva e quando prende il largo ,ti trascina fino all’ultima speranza e non à poi che dica “scusa ,m’ero sbagliato”,ti molla lì, ti atterra.
Ma quando resta,quando ti si ferma accanto, coglie e compie la magia che riempie ogni universo ,collega due punti per cui una retta,e una retta sola doveva passare e aggiunge un tratto al disegno che chissà chi e dove ha in mente da tempi immemorabili.
Si può scrivere una parola,una sola,tagliente e indimenticabile, si può concepire una frase,legarla ad un’altra,metterla in versi,rapire un attimo al proprio animo e rileggerselo fremendo, si può provar quel brivido che dura verticale e breve,brevissimo,consumandolo in sé : l’amore no,l’amore è romanzo e poema,non si accontenta dello spazio,vuole,esige il tempo ,la malinconia delle cadute oltre gli assalti,vuole ,esige il contrario,la rabbia ,lo scazzo,la sconfitta,la rivincita,l’ammissione di colpa,la comprensione,il perdono,perché tutte queste cose che portano al distacco nel viver sociale,sono nell’amore attesa di ritorni ,giochi sottili per mettere alla prova l’intesa e le offese, i voltafaccia,le liti più aspre diventano richiami accorati,laddove ,tolti il limite e la noia,l’amore è un brivido altrimenti orizzontale ,di scosse e sussulti,e altro modo non ha per definirsi se non la sua lunghezza,la sua durata ,perché se arriva il disastro non si è più quei due,si è altri due.E allora l’amore non c’entra ,fa bene a mollare,non è più affar suo, riprende a cercare altrove.
Mi meravigliava una volta e non mi meraviglia più l’impressione,direi di più,la certezza di vedere in mia moglie sempre la stessa donna di tanto tempo fa : questa illusione ottica dei sentimenti è per me verità assoluta.A volte vedo in lei tutte le donne del mondo, perché non è cambiata mai,ma è mille volte sé : mi scopro a sbirciarla sotto le sottane per ridere poi del fatto che potrei farlo senza nascondermi,ma mi diverte così ; non concordiamo quasi mai in niente e passiamo dei bei periodi a non salutarci, a non guardarci nemmeno in faccia :lei educa, io vizio,lei costruisce io distruggo,lei vive per me,io vivo per lei che vive per me,non sempre però.
L’amore ci ha rincorsi e ci ha afferrati per la collottola nei momenti più difficili e disperati,ci ha tenuti per un pelo davanti a fossi che credevamo voragini,ci ha impedito con tutte le sue forze di prendere il mare l’uno o l’altra,sulla barca di una nostra infanzia ,di una nostra solitudine perduta quanto ingannevole, Si è sbattuto come un dannato, mascherandosi,saltando fuori all’improvviso da dietro gli angoli,tirandoci per i vestiti e per l’anima.Ne abbiamo sentita tutta la forza,la convinzione,la preghiera ,la speranza,l’irriducibilità ,quasi il suo pensiero fosse “già me ne restano pochi,figurarsi se mi lascio scappare voi due”.
E così la mia ragazza,che ha sempre vent’anni’si è messa il cuore in pace.

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