venerdì 11 febbraio 2011

Elisir d'amore per ......una ossessione dolce





Tragedia di un progetto utopico
non realizzato
che sembra morto
senza essere mai nato.

M.C.Baroni

Chi l’avrebbe mai detto o immaginato che in questi tempi di tristezza del pensiero e deriva postribolare della politica-politicata il pericolo più insidioso al nostro spirito individuale ,alla democrazia e alle piccole comunità specie se provvisorie ….. potesse venire da un pensiero troppo innamorato di sé stesso,operativamente declinato sulla quotididianeità operativa e ancora una volta impaurito dalla spiritualità e la oniricità della poesia,del sogno che si fa comunitaria e non si chiude in sé stessa ma osa puntare il dito anche verso di noi e gli altri che ci sono vicini.Noi ci siamo imposti una occasione di “bellezza,silenzio, nostalgia,grande vita,sogno, poesia……per sette giorni a Cairano non come obiettivo salvifico o utopico ma per segnare una distanza ,una vicinanza, una leggerezza e una profondità da chi quotidianamente ci impone un superficiale stile di vita e di pensiero. Qualche commentatore intelligente ha scritto che l’agonia della nostra società non va misurata a partire dall’esibizionismo banale,superficiale di tutto ciò che oggi si dice “cultura”, cioè di una crescita quantitativa di un “sublime” diffuso e massificato , nel fare arte, poesia, spettacolo..La comunicazione eccessiva ,trasversale ,politicamente corretta e caciarona vuole imprigliare il nostro “io” in un autismo privato deluso, empirico,infelice, solitario y final o in una rimozione o autismo corale di un territorio violentato e emarginato. Paradossalmente si sottolinea la denuncia di “nuove invasioni barbariche “ e contemporaneamente la dichiarazione del crollo della poesia,del sogno edella bellezza nell’epoca in cui la stessa poesia rischia di farsi edonistica indifferenza o eccessiva esposizione e si omologa ad un mondo istupidito e superficiale. Mai come oggi esiste un aumento demografico di poeti e di intellettuali che si ritrovano nelle vetrine –riserve di una democrazia sempre più involgarita mediaticamente .Potrebbe risolversi in una sorta di isteria nazionale che qualcuno ha chiamato ”autarchia creativa del sublime” a cui viene dato o la libertà di sovraesporsi o di relegarsi in regime di innocenza o narcisismo territoriale, storico e politico come una specie in via di estinzione o che dia voce ad una malinconia collettiva o autismo corale che rimargina ( cioè esalta e falsifica) lo sbandamento di una comunità che non c’è più o che non ci mai stata se non nella menta di Platone ,Rousseau o peggio Marx.Niente di tutto ciò si pensa di fare a Cairano a patto che ognuno di noi continui a coltivare negli angoli più riposti del proprio spirito la scintilla “comunitaria e paesologica” che ci fa diversi ed originali rispetto ai notevoli apporti della tradizione culturale del passato e agli “spiriti animali” del presente che rischia di confonderci e omologarci nella massa delle buone e pratiche intenzioni.Pensiamo sempre al “meglio”…….non dimentichiamoci di pensare a Cairano nelle piccole e grandi occasioni dei nostri incontri!
mauro orlando

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