domenica 16 marzo 2008

Le esposizioni universali sono luoghi di pellegrinaggio al feticcio merce:"L'europa si è mossa per vedere delle merci" dice Taine nel 1855. Le esposizioni universali sono sono precedute da esposizioni nazionali dell'industria, di cui la prima ha luogo nel 1798 sul Campo di Marte...
Le esposizioni universali trasfigurano il valore di scambio delle merci; creano un ambito in cui il loro valore d'uso passa in secondo piano; inaugurano una fantasmagoria in cui l'uomo entra per lasciarsi distrarre.L'industri del divertimento gli facilita questo compito, sollevandolo all'altezza della merce. Egli si abbandona alle sue manipolazioni, godendo della propria estraneazione da sè e dagli altri...La fantasmagoria della civiltà capitalistica tocca la sua espansione nell'esposizione universale del 1867. L'Impero è aò culmine della sua potenza.Parigi si conferma la capitale del lusso e delle mode.
WALTER BENJAMIN

Intervista a Renzo Piano

Exposcettico o Expoentusiasta?
«Sono Expo diffidente»
Come Celentano, che prevede speculazioni e colate di cemento su Milano?
«Io temo la retorica celebrativa e vedo il rischio della corsa all’oro, dell’affarismo ».
Nella zona dell’Expo ci sono aree che hanno avuto una rivalutazione del trecento per cento: l’affare qualcuno l’ha già fatto.
«Per questo difendo Celentano: lui è la voce della coscienza. Come Beppe Grillo. In certe occasioni è importante che Milano sappia ritrovare la sua anima critica. Se c’è discussione e dibattito anche i progetti migliorano. Però... ».
Però...
«In una cosa mi sento Expo entusiasta »
Quale?
«Il tema. È una bella intuizione: nutrire il pianeta. Una sfida che tocca la fragilità della terra, l’ambiente, la guerra alle povertà. È la questione giusta. Milano può farne una bandiera. Io spero che da qui al 2015 la retorica non si mangi la verità e l’ingordigia i soldi».
Cade la linea. La voce di Renzo Piano si perde da New York. È in strada, intorno ad Harlem. Sta progettando il nuovo campus della Columbia University: una città nella città con facoltà, laboratori di ricerca, teatri, negozi e una scuola d’arte. A San Francisco sta finendo il nuovo Museo di Scienza naturale. Diventerà l’edificio più verde d’America: il tetto è un gigantesco giardino di 300 mila piante, le graminacee abbassano la temperatura e i condizionatori diventano inutili. Rieccolo al telefonino: «La scommessa dell’Expo dovrebbe essere quella di far emergere le affinità globali positive, quelle che hanno fecondato per anni la nostra cultura umanistica. Dopo l’11 settembre i riflettori si sono accesi soltanto sulle affinità negative. Sostenibilità, bellezza ed equità sociale dovrebbero essere le tre parole chiave ».

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