sabato 16 novembre 2024

 



Sulla tua  tomba disadorna …la scritta : “Amavo certi  giorni! Ciascuno esattamene come tutti gli altri .” Mai pensato di doverla  augurare  … un giorno di riposo eterno di pace. Bisogna avvertire la minaccia alla vita per sentire la mancanza dei quieti giorni amati e perduti inutilmente. Bisogna aver perso la pace interiore ...eudaimonia ... per sentire tanto  la mancanza di quei giorni  a volte detestati perché troppo pacifici, troppo uguali gli uni agli altri e perciò noiosi. Quando la vita fallisce, quando si sente trascinata verso il basso, niente sembra più bello di una sfilza di giorni tutti uguali, quando basta una carezza a proteggerti e niente sembra più desiderabile di un enviable emptiness, un vuoto invidiabile. La vita è un peso ma la morte è un vuoto ancora più pesante. L’inverno è la stagione del tempo del morire .  La morte infondo è la proprietà delle cose naturali che si rinnovano solo nell’eternità. Solo ciò che non è naturale non muore. “Le foglie morte posavano sulle pietre; / non c’era vento che le sollevasse.” L’anima non è naturale  come pensava Democrito. Solo perché può pensarla chi resta dopo la morte del nostro corpo ….e sa che dopo l’inverno in natura c’è ancora la primavera e l’eterno ritorno degli eguali e dei diversi .


martedì 29 ottobre 2024

 



 erano parole di luce di sole di articolare dolcezza e colore che scuotevano la vista  e rischiaravano la lentezza di una quotidianeità intorbidita  e lenta ....la mente si muoveva  all'interno di insoliti  orizzonti di  curiose ricerche  della lingua che ricorda i suoi momenti di gloria  presso l'Essere che umanizzava le cose  e gli oggetti senza vita nei momenti di gratitudine  verso le parole e le cose in unione spirituale prima dell 'Arca....un Dio con particolare dedizione  all'esistenza  umana  nella sua fuga  dall'Olimbo verso la vita terrena ...parole riempite di saggezza consegnata ad una ragione senza il soffio vitale dello Spirito.....uno svelamento della verità nascosta con una penetrante fantasia poetica nella forza creatrice e trasformatrice della parola come rifugio  dopo il diluvio ...e col sole la luce e la parola rinnovata che confessa gli aspetti intimi di sè gettata in un mondo di voci differenti con uno sguardo interno agli eventi e le sue forme....unione indissolubile e encomiabile del tutto che la poesia propone al mondo intero...i misteri e i miracoli delle parole ...carezze nelle radure quando il mondo si speza e si perde  e ci assale la paura  del bosco e suoi sentieri  senza segnavie  e il mare si chiuse davanti a Mosè e si ritrasse dall'Arca ...

...ed io  ti guardavo nel sogno  e mi si apriva il mondo  nel tuo corpo turbato e desideravo straiarmi accanto a te ....essere in te ....essere te  come tante volte ....

 Una  specie  di introduzione

....dal quale eccezionalmente non si ricava nulla 

sull'Atlantico un minimo barometrico  avanzava in direzione orientale  incontro ad un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza  a schiavrlo  spostandosi verso Nord......le isoterme e e le isotere  si comportavano a dovere .....

ed io voglio parlare di te ...notte

senza veli e pudori 

notte di corolle lunari

di durezze ed arsure

promesse ed attese

e segreti sogni 

tra malie e risvegli 

e ricominciare a parlare 

di albe e tramonti

saturi e colmi di silenzi

sereni e caldi di futuro