alla ricerca di Parmenide  e Zenone
una giornata   di attese  e curiosità con i piedi che calpestavano la terra  di Parmenide e Zenone a ricostruire  la quotidianeità  di due pensatori  essenziale   per  lo sviluppo  ulteriore della nostra cultura  mediterranea ed occidentale....due diversi modi di  usare il "logos"  uno alla ricerca dell' Essere  ...che non può non essere  e l'altro  a spaccare in quattro le parole e le idee  in nome del paradosso, dell'antinomia o dei paralogismi.....è il doppio della nostra cultura occidentale  che si costruisce in questa piccola polis  di greci rifugiati  dalle guerre che infestavano il mediterraneo in quegli anni  con i cartaginesi....una vita quotidiana vissuta dal popolo comune  tra riti e miti che ci parlano  dei
modelli di accadimento archetipi, avvenuti in un passato originario che ci hanno permesso  in questo modo  di riappropriarcene, inserendoci  armoniosamente in un tempo  che si  ripeteva  in  un eterno e infinito  cosmo naturale . Phisis  e logos  in conflitto o in armonia . E' dai loro  dialoghi o conflitti  che nasce il pensare degli albori della nostra civiltà filosofica greca con una  frattura
metafisica tra due ordini di realtà diversi: quello divino, archetipo, eterno,
immutabile; e quello umano, transeunte, instabile e dipendente dal primo, che
ne costituirebbe l’origine 
Sulla scorta di quanto osservato crediamo sia allora
possibile cercare di leggere nella concezione parmenidea dell’essere un momento
di raccordo e di formalizzazione tra i differenti e dispersi livelli e
formazioni discorsive che hanno caratterizzato la fase arcaica del pensiero, e
che fa al tempo stesso scaturire un sistema enunciativo estremamente forte ed
efficace. E allora  si può affermare  che l'Essere parmenideo  come la base  del principio di non contraddizione e della logica astraente. La dottrina dell’essere – quale è ricostruibile dai
frammenti pervenutici – fornisce, infatti, delle precise regole di
formalizzazione di ogni discorso futuro, che voglia assurgere al carattere di
discorso vero, tale in quanto fondato. Pensare è pensare l’essere: il dire è il dire l’essere nella forma del
pensiero, poiché "(…) infatti lo stesso è pensare ed essere".
Partendo dall’oggetto del proprio discorso  Parmenide giunge a caratterizzare il modello del proprio argomentare: essere e
pensiero sono omologhi e il disvelamento dei caratteri dell’uno coincide con il
fondamento dei caratteri dell’altro.
I termini con i quali Parmenide tratteggia l’Essere sono
oramai universalmente noti, ma su di un frammento in particolare crediamo sia
doveroso soffermarsi nuovamente dove si  afferma, infatti
.....l’uno che è e che non è possibile che non sia,
....l’altra che non è e che è necessario che non sia
Normalmente il passo viene interpretato come la prima
formulazione del principio di non contraddizione, che fonda la necessità del
discorso logico, differenziandolo da ogni argomentazione di tipo non razionale,
ovvero pre-logico, mitico. Se, tuttavia, lo riconduciamo allo sfondo
dell’insegnamento orfico, risulta possibile una lettura tendente ad annullare
la distanza tra logos e mythos.
La liceità di questa interpretazione si appoggia su due
gruppi di testimonianze. Il primo gruppo insiste sull’attributo di pitagorico
costantemente riferito a Parmenide: " Quivi nacquero i pitagorici Parmenide e Zenone" e ..." giunsero ad Atene Parmenide e Zenone, maestro il primo,
scolaro il secondo, eleati l’uno e l’altro, non solo, ma facenti anche parte
della scuola pitagorica" . "Zenone e Parmenide, gli eleati: anche costoro appartengono
alla scuola pitagorica" .Stessa scuola di fondo  di ordine della phisis pitagorica esiti diversi  nell'uso della filosofia  come amore per il "logos".