giovedì 1 gennaio 2009

Elisir d'amore per ........una "buona laicità"

"...L'uomo si distrugge con la politica senza principi etici, con la ricchezza senza lavoro, con l'intelligenza senza il carattere,, con gli affari senza morale, con la scienza senza umanità. con la religione senza la fede, con la solidarietà senza il sacrificio di sè". Gandhi.


MA QUALCOSA SI MUOVE
ALDO SCHIAVONE
un passo indietro, o quasi, e uno avanti.

.......Ebbene, io credo che queste zone grigie-dovela "naturalità" del vivente e l`artificialità della tecnica si confondono, in uno spazio provvisorio di labilità e di indi stinguibilità---debbano essere sottratte alla regola dell`indisponibilità della vita, a quel principio che (qualunque ne sia il fondamento) possiamo accettare di porre a protezione della vita stessa, e debbano essere riconsegnate al nostro diritto di scelta, perché altrimenti non continueremmo a difendere la vita in quanto tale, ma solo un suo intreccio estremo con la tecnica, precario e ancora imperfetto, - e dunque aperto su esiti anche - provvisoriamente ma letteralmente - disumani.

Il diritto di scegliere non violerebbe l`intangibilità della vita, ma ne tutelerebbe solo i confini dall`invasività di una tecnica ancora imperfetta.

Forse, tutti insieme, possiamo cominciare a discutere da qui.




LA BUONA LAICITA'
" .....Il laico è l’uomo/la donna delle certezze che sanno di essere radicalmente contingenti, ma non per questo meno stringenti. È l’uomo/la donna della ragionevolezza, cioè della razionalità temperata da ciò che non appare riducibile alla semplice strumentazione scientifica. Ma non per questo accetta dottrine costruite su modelli mentali e antropologici storicamente elaborati con mentalità pre-scientifica (o addirit tura anti-scientifica) che pretendono accesso privilegiato alla trascendenza.Il confine tra razionale e irrazionale è precario, ma sempre definibile con gli strumenti della ragione. L’orizzonte della ragione e delle sue espressioni semantiche è intrascendibile. La fede non vi trova posto. Questa è la lezione irrinunciabile da Kant a Wittgenstein, due studiosi che non si dichiaravano affatto atei ma ponevano la fede nella «ragione pratica» o nell’ambito delle «forme di vita». Chi ragiona così è un laicista o un laico positivo?Francamente questa distinzione, che pretende diventare una graduatoria della razionalità, è insostenibile....." G.E.Rusconi



"....detto questo è necessario riconoscere in modo parallelo la libertà di parola edi azione all'area di Dio (per usare la distinzione di Cristo, cioè della religione). questo implica non solo l'esercizio del culto e l'elaborazione del pensiero teologico in senso stretto, bensì anche la funzione di essere coscienza critica nei confronti dei valori poersonali e sociali della giustizia, del bene comune, della vita, della verità nella consapevolezza che l'uomo e la donna trascendono il pur legittimo ordinamento economico e politico, dotato di sue norme proprie. Il nodo delicato è prprio in questa interazione inispensabile, capace di impedire che lo Stato diventi un Moloch e l'economia un Leviatan dominatore e che la Chiesa debordi dal suo orizzonte assumendo forme di integralismo.....".
Gianfranco Ravasi, Laicità
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Mauro!!!
non commento nulla visto che non ho più letto nulla su questo blog da tempo immemorabile (perdonami!mancanza di tempo e un po' di scazzo...).
Voglio solo farti gli auguri di BUON ANNO. Solo cosi': BUON ANNO. E non aggiungo altro. Anzi, no, aggiungo solo il bene che ti voglio.
Bacioni
Mariagrazia