giovedì 15 gennaio 2009

Elisir d'amore per .......le lettere d'amore.

UNA LETTERA
di franco arminio


Ti prego, scrivimi,
te lo chiedo oggi davanti al nulla
o a dio, te lo chiedo
in nome di tutti i morti
In nome della mia e della tua morte
te lo chiedo per tutto quello che c’è stato
E ci sarà, per tutto il male e tutto il bene
Per le lacrime e le gioie.
Ti prego, accogli in qualche modo,
rivolgimi lo sguardo, puoi pensarmi
come un verme, puoi sentirmi più lontano
di una stella, ma adesso ti chiedo
di guardarmi, di aprire la tu voce
di muoverla come si muove il vento,
dai, ti prego, in nome del silenzio in cui saremo
per sempre, in nome della mia indegna
Fratellanza, dei miei imbrogli, mandami una parola
qualunque parola tua contiene il mondo,
sento il sangue che mi vuole uscire dalla testa
sento la vita che vuole andarsene, ti prego
scrivimi, ti prego scusami anche per questa preghiera
per questa perenne indegnità della mia vita,
sto piangendo per l’amore mai dato e mai trovato
per gli inganni che ho compiuto,
ti prego piangi con me, piangi per questa verità
che piange tra le mani, per questa sedia rotta
su cui stiamo seduti,
vieni da me come una madonna,
come una cagna adirata, come un passero impaurito,
non mi serve più niente, non ci serve più niente,
ti bacio anche se non mi scrivi, bacio la vita di tutti
abbraccio i nostri continenti, i nostri alberi, i nostri mari,
Vado con te e con tutti, mi lascio andare, lascio le fabbriche
del presente e dell’eternità, eccomi
ecco il mio corpo, ecco il pane e le ferite,
ecco il tempo che non sappiamo cosa sia
eccoci tutti dentro un’anima sola,
siamo nella stessa bara
nello stesso sorriso,
non conta nulla
ciò che vogliamo, non conta nulla
la gioia e lo sgomento
se non preghiamo
se non sentiamo
che ogni attimo è un testamento.
Roberto Vecchioni - Le lettere d'amore
" Un uomo potrebbe , se possedesse la vera saggezza, godere dell'intero spettacolo del mondo da una sedia, senza saper leggere, senza parlare con nessuno, solo con l'uso dei sensi e con un'anima incapace di essere triste"
Fernando Pessoa

Ferdinando Pessoa. Poeta autentico,paradossale, contradittorio, come franco, che osava “fingere che è dolore/ il dolore che davvero sente" . Sapeva cantare la solitudine delineandola e ingabbiandola nell’arroganza della separatezze e nella sufficienza della comunicazione per provocare anche nel lettore attento l’illusione del sentimento e della passione. Razionalizzando il sentimento senza mortificare la passione.Autenticità delle parole poetiche di franco nel dire quello che effettivamente sente ,teme soffre e non quello che ha deciso di sentire,temere soffrire.Forse anche per provocare mai solo ammaliare i lettori abituati a sentire in modo convenzionale anche se con sincerità e disponibilità. Il poeta vero e autentico è comunque quello che ci avverte e avverte che può esistere una sicerità mistificabile e una mistificabilità sincera. E’ la poesia ….bellezza! Ma non dimentichiamoci mai di ringraziare il poeta ( e franco) per il suo coraggio di esporsi ,di mostrarsi senza infingimenti e maschere ma solo con paradossi.

mauro orlando

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